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Valle d'Aosta

Informazioni e link

(Fonte Wikipedia ed altro…)

La Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste è una regione a statuto speciale dell'Italia nord-occidentale con capoluogo Aosta. La Valle d'Aosta fa parte dell'Euroregione Alpi-Mediterraneo.

Geografia

Confina a nord con la Svizzera (Distretti di Entremont, di Hérens e di Visp nel Canton Vallese), a ovest con la Francia (dipartimenti dell'Alta Savoia e della Savoia, nella regione Rodano-Alpi), a sud e ad est col Piemonte (provincie di Torino, Biella e Vercelli).
È la regione più piccola d'Italia con 3.263 km² di superficie e anche quella meno popolata con 127.836 abitanti.
Si trova nel bel mezzo delle Alpi, circondata da quattro dei monti più alti di tutta Italia ed Europa (Monte Bianco, Cervino, Monte Rosa e Gran Paradiso) ed attraversata dalla Dora Baltea, l'affluente di sinistra più importante del fiume Po.
I valichi più importanti sono il Colle del Piccolo San Bernardo e il Colle del Gran San Bernardo, cui corrisponde il tunnel omonimo. La parte meridionale del territorio è occupata dal Parco Nazionale del Gran Paradiso, istituito nel 1922 per salvaguardare alcune specie di flora e fauna alpina in via d'estinzione come stambecchi, camosci, marmotte ed ermellini.
Le valli sono state scavate dai ghiacciai in movimento; questi un tempo ricoprivano tutta la regione. Ora i ghiacciai occupano solo le cime più elevate.
La regione autonoma Valle d'Aosta non è suddivisa in province. Essa è suddivisa in 74 comuni, tra i quali Aosta è il più popolato.

Clima

Il clima della Valle d'Aosta è tipicamente alpino con inverni rigidi ed estati fresche. Solo la valle centrale percorsa dalla Dora Baltea gode di condizioni climatiche più miti. Durante l'inverno cadono abbondanti nevicate, ma le precipitazioni nel resto dell'anno sono generalmente scarse. Per ovviare a questo fatto sono state costruite, fin dall'alto Medioevo, grandi opere di canalizzazione irrigua denominate Rûs tuttora utilizzate.La Valle d'Aosta gode di un alpino uniformemente: essa risente infatti della morfologia del suo territorio interamente montuoso, con valli ricche di boschi, utili a umidificare e rinfrescare il clima.I fattori morfologici principali sono infatti due: la catena montuosa che si sviluppa in tutta la regione e la grande quantità di ghiacciai e foreste, che rinfrescano il clima.Quando d'inverno si forma un'area di bassa pressione su Aosta, la zona intorno a Courmayeur viene investita da un freddo intenso, portatrice di pioggia e neve a quote basse, che scende fino a valle, specialmente in alcune aree interne.L'estate è fresca e piuttosto ventosa.Nell'entroterra il clima è più rigido, con valori medi invernali decisamente bassi, specie in alcune valli del versante nord-ovest della regione (media giornaliera di gennaio di -11,9 C a Courmayeur, -12,9°C al Breuil, -10.9 C ad Aosta). Le minime medie di queste località sono comprese tra -10 e -12 °C, i valori minimi stagionali attesi, durante l'inverno, sono attorno ai -15°C anche se le temperature notturne possono scendere ben al di sotto di questo valore durante i periodi di gelo più intenso; le giornate estive sono molto fresche, e le medie giornaliere durante il trimestre estivo sono condizionate dai ghiacciai e dal vento termica giornaliera e dalle temperature notturne piuttosto fredde.

Storia

Dopo la conquista da parte delle truppe romane ai danni dei Salassi, la popolazione celtica che abitava la Valle d'Aosta in epoca antica, fu fondata Augusta Prætoria Salassorum, l'odierna Aosta. Aosta è la città al mondo in cui è stato ritrovato il maggior numero di reperti di epoca romana dopo Roma e Pompei, il che le vale il titolo di "Roma delle Alpi".
La regione fece in seguito parte del regno dei Franchi, dell'impero carolingio, e del regno di Borgogna.
Dal 1032 entrò nell'orbita dei Savoia prima come parte della Contea di Savoia, poi Ducato di Savoia e dal 1720 parte del Regno di Sardegna fino alla nascita del Regno d'Italia, nel 1861. Ha fatto parte del primo Impero francese, dal 1800 al 1814, costituendo l'"Arrondissement d'Aoste".
Situata all'intersezione dei maggiori assi militari e commerciali tra la Francia, la Svizzera e l'Italia, la Valle d'Aosta conserva delle tracce del suo passato, quali:
L'area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans;
L'arco di trionfo d'Augusto;
Le porte romane;
La cinta muraria e le torri;
Il teatro romano, capace di accogliere 4000 spettatori, e l'anfiteatro.
La Valle d'Aosta si trova anche sulla via Francigena, percorso di pellegrinaggio, attraverso il colle del Gran San Bernardo. Saint-Rhémy-en-Bosses, Aosta e Pont-Saint-Martin sono tre delle tappe menzionate da Sigerico dei Visigoti nel 990.
Economia
L'economia della Valle d'Aosta si basa soprattutto su tre attività principali:l'agricoltura, l'allevamento e il turismo.
In particolare, l'autonomia conferita dallo statuto speciale ha ripercussioni rilevanti sulla gestione dell'economia locale e delle finanze, che sono controllate a livello regionale, con una partecipazione pressoché nulla da parte del governo centrale italiano. Riguardo l'agricoltura si coltivano mele, pere, segale, uva e patate. Sviluppato è l'allevamento di bovini con ottimi risultati quindi sui formaggi e sui salumi.

Politica

La Valle d'Aosta è una regione autonoma a statuto speciale. I suoi organi amministrativi godono di una particolare autonomia dal governo centrale italiano, non soltanto per quanto riguarda la politica e il governo regionale, ma anche in altri ambiti strettamente legati alla vita e all'economia di questa regione montana. In particolare, la gestione delle risorse idriche, dell'energia idroelettrica, delle risorse naturali e dell'agricoltura. La Valle d'Aosta ha una popolazione di circa 125.000 abitanti. Vista la natura montuosa del territorio, risulta essere non solo la regione meno popolata d'Italia, ma anche quella con minore densità di popolazione. Infatti ci sono solo 38 abitanti per km². La distribuzione degli abitanti è assai irregolare: più di un terzo si concentra nella piana di Aosta e nei comuni limitrofi. Buona parte della popolazione abita nei maggiori centri della media e bassa valle, mentre le valli minori si sono notevolmente spopolate, eccetto i centri turistici principali. Data la comunanza linguistica, la Valle d'Aosta è stata storicamente terra di emigrazione verso la Francia, specialmente a Parigi (il comune parigino di Levallois-Perret conta ancora oggi una nutrita comunità di emigrati valdostani) e la Svizzera romanda (soprattutto a Ginevra). Questo flusso, dapprima stagionale, divenne stabile a partire dagli anni venti, quando a questo fenomeno si affiancò l'immigrazione dal resto d'Italia, legato all'installazione dell'industria siderurgica Cogne ad Aosta, e all'aumentato sfruttamento delle miniere di ferro a Cogne e di carbone a La Thuile. La politica di italianizzazione voluta dal governo fascista spinse in particolare numerosi piemontesi, veneti e calabresi, dal secondo dopoguerra sino agli anni settanta. I valdostani, sentendosi privati della loro terra, emigrarono in massa verso le destinazioni sopra citate e questo doppio flusso interconnesso ha lasciato tracce ancora oggi: da notare, ad esempio, che il 4% dell'attuale popolazione è originaria del comune di San Giorgio Morgeto (RC), e che la popolazione autoctona (di origine valdostana) nella regione è stimata intorno al 50%, scendendo a percentuali assai basse a Aosta e nei maggiori centri abitati.
La Valle d'Aosta attrae oggi un consistente flusso di extracomunitari, specialmente Maghrebini, favoriti dalla conoscenza del francese, impiegati soprattutto nella pastorizia.
Alla fine del 2006 si contavano 124.812 abitanti, di cui 5.534 stranieri (4,4%). Nello stesso anno i nati vivi sono stati 1.250 (10,0‰), i morti 1.242 (10,0‰), con un incremento pressoché nullo (appena 8 unità). Le famiglie contano in media 2,2 componenti, mentre la nuzialità nel 2005 era di 3,4 matrimoni ogni mille abitanti, dei quali il 61,8% si è svolto con rito religioso.

Lingue

Le lingua autoctona della Valle d'Aosta é il francoprovenzale nella sua varietà dialettale valdostana, la lingua più diffusa, invece è, oggi l'italiano. Conosciuto e parlato a livelli buoni dalla quasi totalità della popolazione è il francese, in quanto gode del rango di lingua co-ufficiale nella regione, accanto all'italiano. Inoltre, nella bassa valle (soprattutto a Pont-Saint-Martin) è conosciuto il piemontese e a Issime, Gressoney-La-Trinité e Gressoney-Saint-Jean si parla il tedesco alemanno diffuso tra la comunità Walser. Le lingue ufficiali sono l'italiano dal 1861 e il francese, unica lingua ufficiale dal 1561 fino al 1861 e lingua co-ufficiale assieme all'italiano dal 1946. Nel 1921 parlava il francese (insieme al francoprovenzale) il 91% della popolazione. Il francoprovenzale è in stragrande maggioranza usato e diffuso nei paesi e nelle valli laterali ove gode di una grande vivacità (ed è parlato e capito dalla stragrande maggioranza delle persone) mentre ad Aosta e nei centri più grandi prevale l'italiano anche per via della forte immigrazione da altre regioni italiane avvenuta a partire dal periodo fascista. Il francese è usato prevalentemente nelle attività culturali e nell'ambito politico.
Il francese divenne lingua ufficiale nel 1561. È a seguito di questo atto che in Valle d'Aosta si sviluppa il bilinguismo francese-francoprovenzale; essendo la prima lingua quella ufficiale e la seconda quella del popolo, seppur frammentata in una moltitudine di dialetti. Questo fenomeno si riscontra anche nei territori d'oltralpe che insieme alla Valle d'Aosta costituirono il Regno di Borgogna, (Savoia, Svizzera romanda e altri territori a nord-ovest).
Il bilinguismo francese e francoprovenzale continuò immutato fino al 1861 quando, con l'Unità d'Italia e l'annessione del della Savoia alla Francia, la Valle d'Aosta si ritrovò a essere l'unica regione francofona di un regno interamente italofono.
Durante il periodo fascista fu proibito l'uso del francese e avviato un processo forzato di italianizzazione, che incoraggiava l'immigrazione in massa di forza lavoro da tutte le regioni italiane e l'emigrazione di parte degli abitanti francofoni autoctoni verso la Francia e la Svizzera.
Dopo la seconda guerra mondiale le cose cambiarono in maniera sensibile. Il 26 febbraio 1948 la Valle d'Aosta, già "Circoscrizione autonoma" dal 7 settembre 1945, fu costituita in Regione Autonoma a Statuto Speciale, ottenendo il riconoscimento del diritto di espressione nella propria lingua con l'ufficializzazione del bilinguismo Italiano-francese e la soppressione dei toponimi in italiano.
Oltre all'adozione ufficiale del bilinguismo, lo Statuto Speciale riconosce, dopo le ultime modifiche, anche i diritti dei Walser, minoranza di lingua tedesca i cui antenati giunsero intorno al 1200 nelle zone dei tre comuni di Gressoney-Saint-Jean, Gressoney-La-Trinité e Issime, l'articolo 40 bis dello Statuto Speciale della valle d'Aosta del 31 gennaio 2001 recita:
« Le popolazioni di lingua tedesca dei comuni della Valle del Lys individuati con legge regionale hanno diritto alla salvaguardia delle proprie caratteristiche e tradizioni linguistiche. Alle popolazioni di cui al primo comma è garantito l'insegnamento della lingua tedesca nelle scuole attraverso opportuni insegnamenti alle necessità locali. »

Uso della lingua francese

La politica di bilinguismo totale applicata in Valle d'Aosta prevede l'insegnamento parificato delle lingue italiana e francese a tutti i livelli, il che ha per conseguenza la conoscenza di entrambe da parte dell'intera popolazione, almeno a un livello medio-alto nella lingua non materna.
La popolazione autoctona ha per lingua madre il dialetto valdostano, variante del francoprovenzale, parlato frequentemente da valdostani di adozione a causa del ruolo basilare che esso ha svolto nel processo di integrazione. Il piemontese è capito e parlato attivamente nella bassa valle, grossomodo tra Châtillon e Pont-Saint-Martin in virtù dei rapporti commerciali storici con il Canavese, oltre che per la vicinanza geografica.
Il francese è utilizzato in tutti gli ambiti della pubblica amministrazione; i nomi dei comuni e delle frazioni sono unicamente in francese a eccezione di Aosta, che ha il nome ufficiale in doppia lingua (Aosta/Aoste). La segnaletica stradale, autostradale e cittadina è espressa sia in lingua italiana sia francese. Secondo la legge regionale n. 53 del 1994 l'istruzione scolastica viene impartita in italiano e francese. Le carte d'identità per i residenti in Valle d'Aosta sono emesse con doppia dicitura in italiano e in francese.
Tutti i partiti politici regionali hanno un nome in francese (il più importante è l'Union Valdôtaine) e pubblicano i loro periodici in francese.
Nonostante tutti gli sforzi e risorse spese, prima dai Savoia (che nel 1561 lo imposero quale lingua ufficiale), e oggi dallo stato italiano, per diffondere l'uso del francese in Valdaosta, solo lo 0,99% si dichiara madrelingua francese contro un 71,5% che si dichiara di lingua italiana e un 16,5% che si dichiara di lingua francoprovenzale. Ciò si spiega con il fatto che il francese non è mai stato la lingua d'uso quotidiano del popolo.
Il francoprovenzale costituisce uno strumento di comunicazione attiva solamente in Valle d'Aosta, dov'è conosciuto e parlato dalla maggior parte della popolazione e gode di tutela. Le altre aree in cui storicamente questo idioma si è sviluppato, denominate "arpitane", sono le valli arpitane piemontesi in Italia, quasi tutta la Svizzera romanda e in Francia la regione Rodano-Alpi e le antiche province del Delfinato e del Forez. Altre isole linguistiche italiane sono Faeto e Celle San Vito in provincia di Foggia.
Il francoprovenzale è riconosciuto lingua minoritaria dallo stato italiano secondo la legge 482 del 1999. La regione ha istituito il Bureau Régional pour l'Ethnologie et la Linguistique (BREL) per la protezione e lo studio del francoprovenzale
Uso della lingua walser
I walser che abitano l'alta Valle del Lys provengono dal Vallese (Svizzera), da dove sono arrivati nel XII e il XIII secolo chiamati a colonizzare terre dai feudatari valdostani della bassa valle, la famiglia Vallaise. I contatti con la terra di origine non si interuppero mai, inoltre casa Savoia, con Margherita di Savoia si interessò alla cultura della Valle del Lys walser, dato che la dinastia sabauda aveva anche un castello a Gressoney-Saint-Jean.
Il dialetto walser è parlato in 3 comuni della Valle del Lys (Issime, Gressoney-Saint-Jean e Gressoney-La-Trinité), negli anni settanta era utilizzato dal 54% della popolazione complessiva dei due Gressoney.
È protetto dalla legge 482 del 1999 e dalla legge regionale n.47 del 1998. Il dialetto walser, nelle due varianti Titsch (di Gressoney) e Töitschu (Issime), viene insegnato nelle scuole dei 3 comuni accanto al tedesco, al francese e all'italiano, inoltre la Comunità Montana Walser Alta Valle del Lys salvaguarda la cultura walser e il Walser Kulturzentrum (Centro culturale walser) di Gressoney-Saint-Jean organizza corsi per l'insegnamento del titsch.

Cultura

Il nome Valle d'Aosta (o Val d'Aosta) ha una derivazione storico-geografica. Valle come il territorio che caratterizza la regione e Aosta che deriva dal nome dell'accampamento romano Augusta Praetoria, chiamato così in onore dell'imperatore Ottaviano Augusto.
Anche se il francese ha uno statuto ufficiale nella regione, il dialetto parlato quotidianamente è da considerarsi francoprovenzale, con alcune influenze celtiche nel lessico, derivate dalla lingua di ceppo celtico dei Salassi.L'alta valle del Lys rappresenta un'eccezione, con il suo dialetto di origine tedesca alemanna (Walser) di Gressoney-Saint-Jean, Gressoney-La-Trinité e Issime.
Castelli
I castelli in Valle d'Aosta sono particolarmente numerosi ed importanti.
Quasi ogni paese aveva il suo castello. Di alcuni restano solo rovine; altri invece sono ben conservati e sono meta di grande attrattiva turistica. Il castello più conosciuto è forse quello di Fénis. Il primo che si incontra risalendo la valle è quello di Bard. Superata la città di Aosta, per ultimo, si incontra quello di Saint-Pierre.
Storicamente i castelli hanno subito un'evoluzione. All'inizio avevano prettamente uno scopo difensivo (così si presentano le Torri dell'inizio del secondo millennio). In epoche successive, essi concorsero per lo più a dimostrare la potenza e ricchezza del proprietario: con queste caratteristiche si presentano il castello di Fénis e quello di Issogne. Nel XIX secolo, il castello diventa un ricordare glorie antiche (così si presenta il Castello Savoia).

Link sulla Valle d'Aosta:

http://www.regione.vda.it/turismo

http://www.regione.vda.it/turismo/scopri/cultura/castelli

http://www.regione.vda.it/territorio/centrofunzionale/meteo

http://cartoturismo.regione.vda.it/cartografia

http://www.naturaosta.it

Mappa creata in google maps con la segnatura di tutti i castelli e luoghi di interesse.

 

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